GIANLUIGI BUFFON E' DAVVERO UN CAMPIONE?
Ebbene si....alla veneranda età di 45 anni il portierone Gianluigi Buffon ha deciso di appendere gli scarpini al chiodo, o per meglio dire i guanti.
Una carriera costellata di record e successi, non solo a livello nazionale ma anche in terra straniera e che lo hanno portato nelle classifiche dei migliori portieri della storia del calcio al pari di colossi come Zoff, Casillas, Kahn, Jasin.
E' notizia di queste ore il suo possibile ingresso nello staff della nazionale italiana nelle vesti di collaboratore del ct Roberto Mancini; ed a leggere i giornali, si tratterebbe del giusto premio alla sua splendida carriera. Ma....
E' giusto premiare l'ex portierone della Juventus investendolo di una carica all'interno della massima rappresentativa calcistica nazionale? Può davvero assumere la veste di dirigente nel team tricolore?
Mi piacerebbe soffermarmi non tanto sui successi raggiunti nel corso della sua longeva carriera, ma piuttosto sulle scivolate in cui Buffon è incappato nella vita extra-calcistica, ossia nella vita reale. Di seguito un estratto da Wikipedia:
Durante la sua prima militanza nel Parma, il giocatore fu al centro di controversie circa l'ostentazione di simboli riconducibili all'estrema destra. Il primo caso risale al 26 settembre 1999 quando, durante una partita casalinga contro la Lazio, esibì sulla sua divisa da gioco la scritta a pennarello "Boia chi molla", motto di stampo fascista: pur scusandosi pubblicamente per il fatto — «sono ignorante di queste cose, venivamo da una batosta e volevo semplicemente dire di non mollare», dichiarò nella circostanza —, venne deferito dal presidente della Federcalcio, Luciano Nizzola, e multato per 5 milioni di lire.
Un anno più tardi, prima dell'inizio del campionato 2000-01, scelse inizialmente l'88 come numero di maglia, poiché costituito da quattro "palle", simbolo della rinascita dopo l'infortunio che gli aveva impedito di partecipare all'Europeo 2000. Tuttavia il gesto suscitò le polemiche di varie associazioni, tra cui il responsabile dello sport della comunità ebraica di Roma, Vittorio Pavoncello, a causa del fatto che tale numero richiamasse, in ambito neonazista, il saluto hitleriano (Heil Hitler, essendo la H l'ottava lettera dell'alfabeto): scoperto anche questo richiamo reazionario, il portiere decise di ripiegare sul 77 onde evitare possibili strumentalizzazioni. In quello stesso periodo, si iscrisse alla facoltà di giurisprudenza dell'Università di Parma presentando un falso diploma di ragioneria: inizialmente a rischio di reclusione, patteggiò una sanzione pari a 6 milioni di lire.
Nel maggio 2006, a ridosso dello scoppio di Calciopoli, risultò tra gli indagati in un giro di scommesse clandestine, circostanza che avrebbe potuto comportare una squalifica; dichiaratosi estraneo ai fatti, nel dicembre dello stesso anno, dopo ulteriori indagini, fu prosciolto dalle accuse. In occasione dei festeggiamenti al Circo Massimo per la vittoria del campionato del mondo 2006, esibì uno striscione — ricevuto dalla folla — su cui campeggiavano la scritta «Fieri di essere italiani» e una croce celtica.
Mi chiedo: è giusto che, all'interno dello staff della nazionale italiana, vi siano figure che non hanno brillato nella vita reale tanto quanto nella vita calcistica? E' giusto che a rappresentarci ci siano persone che hanno ostentato comportamenti riconducibili all'estrema destra ed al fascismo?
Sono cosciente del fatto che molti di voi diranno "Fuori la politica dallo sport"...ma qui si sta parlando di calciatori e staff che rappresentano la nazione nel mondo...errare è umano, quindi non condanno il "Gigi nazionale"; piuttosto considero inaccettabile che i vertici della Federazione italiana tralascino questi aspetti nella valutazione delle persone da inserire all'interno dell'organico di Mancini.
Staremo a vedere l'epilogo della vicenda...stay tuned!!!!!
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