POLITICHE DI AUSTERITA' E MALCONTENTI SOCIALI
Ultimamente mi sono imbattutto nella lettura di un libro che, seppur datato, ha smosso in me di nuovo l'istinto primordiale dell'economista fallito. Il testo in questione è Il Tramonto dell'Euro di Alberto Bagnai: sebbene affronti il tema dell'integrazione europea e di come l'euro rappresenti un progetto politico finalizzato ad accrescere il benessere delle lobby finanziarie, al suo interno vengono portate avanti numerosi tesi tra cui quella secondo la quale l'austerity, adottata a seguito di crisi economiche, possa accrescere il malcontento sociale ed agevolare la nascita di fenomeni nazionalistici e di estrema destra.
Le politiche di austerità, caratterizzate da tagli alla spesa pubblica e aumenti delle tasse, sono spesso implementate per risanare le finanze statali durante periodi di crisi economica. Tuttavia, numerosi studi hanno evidenziato una correlazione tra l'adozione di tali misure e l'ascesa di movimenti nazionalistici e populisti.
Il legame storico tra austerità e nazionalismo
Un esempio emblematico è rappresentato dalla Germania degli anni '30. Dopo la crisi del 1929, le severe misure di austerità adottate dal governo tedesco contribuirono a un aumento della disoccupazione e a un diffuso malcontento sociale. Questo clima favorì l'ascesa del Partito Nazionalsocialista di Adolf Hitler, che prometteva riscatto nazionale e prosperità economica.
In tempi più recenti, la crisi economica del 2008 ha portato molti paesi europei ad adottare politiche di austerità. Queste misure hanno spesso aggravato le condizioni economiche, alimentando sentimenti di sfiducia verso le istituzioni europee e nazionali. Di conseguenza, si è assistito a una crescita di movimenti nazionalisti e populisti che criticano l'establishment politico ed economico.
La teoria del ciclo di Frenkel
La teoria del ciclo di Frenkel, elaborata dall'economista argentino Roberto Frenkel, offre una prospettiva interessante su come le dinamiche economiche possano influenzare la stabilità politica. Secondo questa teoria, l'adozione di una moneta unica da parte di paesi con differenti livelli di produttività e competitività porta inizialmente a un afflusso di capitali esteri, stimolando crescita economica e occupazione. Tuttavia, nel lungo termine, emergono squilibri come l'aumento dell'inflazione e del debito privato. Un evento esterno o interno può poi innescare una crisi, con conseguente recessione, aumento della disoccupazione e deterioramento delle finanze pubbliche. Le misure di austerità adottate in risposta a questa crisi possono esacerbare il malcontento sociale, creando terreno fertile per movimenti nazionalistici e populisti.
Analisi di economisti contemporanei
Altri economisti, invece, come Alberto Alesina e Silvia Ardagna hanno sostenuto che le politiche di austerità possano stimolare la crescita economica attraverso effetti non keynesiani, come l'aumento della fiducia dei mercati e dei consumatori. Tuttavia, l'applicazione pratica di queste teorie ha spesso portato a risultati deludenti. Ad esempio, in Grecia, le misure di austerità implementate durante la crisi del debito sovrano hanno avuto effetti devastanti sulla classe media e sui settori più vulnerabili della popolazione, aumentando le disuguaglianze sociali e alimentando tensioni politiche.
Un rapporto di Oxfam del 2013 ha evidenziato che i programmi di austerità attuati in Europa hanno smantellato le misure di riduzione della disuguaglianza e di stimolo alla crescita equa, portando a un aumento della povertà e delle disuguaglianze.
Conclusioni
Le politiche di austerità, sebbene mirate al risanamento economico, possono avere conseguenze sociali e politiche significative. La compressione della spesa pubblica e l'aumento della pressione fiscale possono alimentare il malcontento popolare, creando un terreno fertile per l'ascesa di movimenti nazionalistici. La teoria del ciclo di Frenkel fornisce un quadro utile per comprendere queste dinamiche, sottolineando l'importanza di considerare gli effetti a lungo termine delle politiche economiche sulla stabilità sociale e politica.
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