INTERVISTA A LEANID HERASIMAU - SENIOR SOFTWARE DEVELOPER

Nei precedenti post, vi avevo preannunciato della grandi novità...ed eccomi qui ad inaugurare la serie di interviste a coder, sviluppatori software, devops ed architetti che ho, direttamente o indirettamente, incontrato nel mio percorso lavorativo e che sono stati fonte di grande ispirazione.
Il primo a cui ho sommistrato il questionario non poteva non essere che lui, Leo: credo sia stata la persona più intelligente ma al tempo stesso umile che io abbia mai incontrato nella mia vita. Non mi perdo in chiacchiere ma lascio a lui l'onere di presentarsi e spiegare la sua attività lavorativa.

1) Ciao Leo, puoi fornire ai lettori una piccola introduzione di chi sei, di cosa ti occupi e da quanto svolgi il ruolo di sviluppatore software?

Ciao a tutti, sulla carta mi chiamo Leanid, ma potete chiamarmi Leonid o Leo, a meno che non preferiate avere a che fare con la mia versione bielorussa ufficiale :)

Facciamo un salto indietro al 2014, ok? Ero lì, a lavorare in una gioielleria, e diciamocelo, di codice non se ne parlava proprio. Ma ecco che mi scatta qualcosa, e penso: "Ehi, perché non provo a fare lo sviluppatore?". Detto, fatto.

Ho iniziato a spulciare il web, guardando un sacco di video su YouTube, tipo "Come diventare un developer e non morire nel tentar di farlo", e boom, mi imbatto nel libro "Java OCP Java 8". Quel libro è stato una manna dal cielo: mi ha dato le basi, mi ha fatto capire un sacco di roba e, insieme a qualche corsetto online e ad ore di smanettamento su progetti personali, ho iniziato a prenderci la mano.

Poi, un giorno mi guardo intorno e penso: "Ok, ora posso fare di più". E così, lascio la gioielleria per fare sul serio con la programmazione, sviluppando un sistema gestionale con Spring Boot e Java 8. Ma, sai com'è, dopo un po' mi rendo conto che da solo impari fino a un certo punto, e quindi decido di cambiare aria.

Mi sposto a Imola, dove iniziò a lavorare come consulente IT. Lì è stata un'altra storia: gente che ne sapeva a "pacchi", un ambiente tosto che mi ha fatto crescere un sacco. Dopo un paio d'anni, la strada mi porta a Firenze, dove sto ora, sempre con le mani in pasta nel codice e con la testa piena di idee. Insomma, da una gioielleria a qui, chi l'avrebbe mai detto?

2) Quali sono le tecnologie che utilizzi quotidianamente? E quali vorresti invece utilizzare o apprendere nel futuro prossimo?

Allora, parliamo di quello che uso tutti i giorni sul lavoro. Qui a Firenze, ho girato un po' prima di trovare il posto giusto, e adesso sono in un'azienda che spacca davvero, dove sento che quello che facciamo fa la differenza per le persone, crea valore per gli altri.

Quindi, la mia giornata tipo? È un mix esplosivo: ci sono Java e Quarkus per iniziare, poi aggiungiamo un pizzico di Angular, condiamo con Kafka, e non dimentichiamo una dose sana di microservizi e sistemi distribuiti. Ah, ogni tanto faccio anche il mago con un po' di devops, usando Kubernetes e Helm, giusto per non annoiarmi.

Ma ora la parte divertente: il futuro. L'AI è il prossimo grande colpo. Ok, sto già usando ChatGPT, ma voglio di più. Immaginate strumenti di AI super personalizzabili, che ancora non ci sono sul mercato. Ecco, quello è il sogno. Voglio essere in prima fila quando succederà, pronto a mettere le mani sulla prossima grande novità. Quindi, stay tuned, perché il futuro promette scintille!

3) Quali, a tuo parere, saranno i trend tecnologici del futuro? Pensi che l’AI la farà da padrona?

Secondo me, molto dipende da come i governi giocheranno le loro carte con l'AI. C'è un po' di timore in giro, vero? Nuove leggi stanno sbucando un po' dappertutto, cercando di mettere i bastoni tra le ruote all'evoluzione dell'AI. Ma vedete, mentre alcune zone del mondo mettono il freno, altri posti come Dubai o l'India, dove le restrizioni sono meno stringenti, potrebbero schizzare avanti a tutta velocità.

Passando ad altro, il mondo del front-end è una giungla: ogni anno escono nuovi framework. Il mio consiglio? Focalizzatevi su uno o due dei più gettonati e non impazzite dietro a tutto il resto, perché cambiano più veloci della moda.

Ora, sul serio: l'AI? È il futuro, e non solo per giocare. Mi aspetto che rivoluzioni il modo in cui scriviamo il codice. Immaginatevi AI che ti assistono non solo a scrivere codice pulito ma anche a fare pentest, test unitari e di integrazione, tutto partendo dai requisiti del sistema. Se succede, siamo davanti a una rivoluzione. Quindi, teniamoci pronti, perché l'AI non è solo il futuro, è il nostro biglietto per la prima fila dello spettacolo tecnologico che verrà.

4) Hai delle preoccupazioni sul fatto che il lavoro dello sviluppatore da qui a 10 anni potrà scomparire ed essere rimpiazzato dalle macchine/robot?

Svanirà nel nulla, preso dalle grinfie di qualche super AI?
Non credo proprio. Perché, diciamolo, chi si fida al 100% di un pezzo di codice scritto da un robot, specialmente se deve gestire i nostri soldini in banca? No, no, ci vuole ancora l'occhio (e il cervello) umano.

Però, non sto dicendo che tutto resta come prima. Gli assistenti AI? Stanno arrivando, e non per giocare. Immaginatevi di avere un compagno digitale che vi aiuta a spremere il cervello per migliorare un algoritmo, o che si occupa di testare il software, come vi dicevo prima. E non finisce qui: deploy automatizzati, monitoraggio, analisi di montagne di log per scovare anomalie... Queste cose sono già all'orizzonte.

Insomma, il lavoro dello sviluppatore cambierà, ma sparire? Nah, abbiamo ancora un sacco di partite da giocare noi umani. Gli AI saranno più che altro dei super assistenti, non i sostituti. Quindi, tranquilli, ci sarà ancora bisogno di noi per capire cosa c'è dietro le quinte del codice.

5) Se potessi tornare indietro, rifaresti la scelta di studiare informatica?

Tornare indietro e riscrivere la storia? Non ne avrei proprio bisogno. Studiare informatica è stata una delle migliori scelte che abbia mai fatto. È un campo dove l'apprendimento non ha fine, dove ogni giorno ti imbatti in nuove tecnologie e sfide che ti spingono a superarti. Sì, è vero, se potessi fare un salto nel passato con tutto quello che so ora, magari pianificherei alcune mosse in modo diverso, eviterei qualche testata inutile qui e là. Ma alla fine, eccomi qui, neolaureato in Ingegneria Informatica dopo una decina di anni a lavorare senza quel pezzo di carta. E sapete una cosa? Rifarei tutto, passo dopo passo, anche senza la laurea all'inizio. Perché in questo mondo, quello che conta davvero è la passione, l'impegno, e la voglia di crescere e scoprire, più di ogni titolo o riconoscimento.

6) Cosa ti appassiona di più di questo lavoro? E quali invece sono le cose che non ami di questa professione e che cambieresti?

Quello che mi carica di più del mio lavoro? La tecnologia, e il potere di dare vita alle macchine, di creare codice che sembra un linguaggio segreto tra me e il computer. Mi fa impazzire pensare che quello che programmo vola in giro per il mondo, e se un giorno qualcuno decidesse di spulciare la storia su Git, troverebbe il mio nome lì. È un po' come essere uno scrittore, ma invece di romanzi scriviamo codice, e le nostre opere diventano parte di qualcosa di più grande, collaborativo. Vedere il mio nome in un git blame è come lasciare un'impronta digitale nel mondo della tecnologia.

Ma non è tutto rose e fiori, eh. La burocrazia? Potrei farne volentieri a meno. E poi ci sono quei momenti in cui le priorità del team o dell'azienda non collimano con quello che vorrei esplorare o sviluppare. E ammettiamolo, scoprire di essere l'autore di un bug non è esattamente il massimo della vita. Ma, in fondo, sono proprio queste sfide che rendono il tutto ancora più stimolante, no?

7) Che progetti per il tuo futuro? Su quali ambito – backend, frontend o devops – pensi ti specializzerai?

Ho un piano che mi sta particolarmente a cuore: voglio dare una mano a chi è agli inizi, proprio come lo ero io una volta, con un sacco di entusiasmo ma poco più. Mi piacerebbe aprire un progetto per insegnare agli aspiranti sviluppatori tutto quello che ho imparato, sia che si tratti di backend, frontend o devops. Fortunatamente, mi sono cimentato un po' in tutti questi campi, quindi mi sento pronto a passare il testimone.

Però c'è una cosa che vorrei esplorare davvero: l'intelligenza artificiale. Sì, lo so, è la frontiera ultima, e non vedo l'ora di tuffarmi. La creazione di modelli AI personalizzati ad esempio, quindi penso che mi prenderò un fine settimana tutto per me, per esplorare e magari partorire il mio primo progetto AI. Chissà, magari sarà l'inizio di una nuova avventura.

8) Che consigli daresti ad un fresco neo laureato? Che tecnologia gli consiglieresti?

Il mondo tech cambia più veloce di quanto la maggior parte di noi riesca a tenere il passo. Quindi, primo consiglio: non incatenatevi a una tecnologia specifica come se fosse l'unica che esisterà per sempre. Pensate alle tecnologie come a utensili in una cucina: certo, potete tagliare una mela con un cucchiaio se ci mettete abbastanza impegno, ma una volta che scoprite il coltello... game changer, giusto? Tuttavia, non usate il coltello per mescolare il risotto!

Il punto è: capite cosa fa meglio ogni strumento e quando è il caso di usarlo. Mantenetevi sempre aggiornati, curiosi, pronti a imparare. YouTube, blog, forum, ci sono un milione di modi per restare al passo con le novità e assorbire nuove competenze.

E non fermatevi mai: aspirate sempre a qualcosa di più grande, di più stimolante. Se avete quella fame dentro, quella voglia di scoprire e di crescere, vi garantisco che troverete la vostra strada, quella che vi porta esattamente dove volete essere. Non accontentatevi mai, perché nel mondo della tecnologia, come nella vita, l'eccellenza e il successo sono per chi osa sognare e lavora sodo per realizzare quei sogni.


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